martedì 1 agosto 2006

L’edera di Roberto

Negramaro – Estate
intanto questa estate passa e passerà... vorrei che non potesse finire mai...

Dal terrazzo, viale alberatoRicordo delle vacanze al mare...
Sai, l’anno scorso, quando sono partita da Diano Marina, ho preso in rametto di

Rametto di erica in vaso
EDERA

dal vaso sul balcone dell’hotel. L’ho portato con me a casa per trapiantarlo subito in un piccolo vaso di terra.
Ho sperato che resistesse al trasporto e alla disidratazione, ho sperato che attecchisse e che la piccola radice riuscisse a crescere. Ho aspettato. Sapendo che l’unico modo per aiutarla era quella di lasciarla stare tranquilla, lasciarla appartata che facesse quello che doveva fare, che il primo getto di radice sentisse e trovasse nel piccolo vaso di terra, che gli avevo dato, tutto quello che gli serviva per crescere.... e lasciarle tutto il tempo che voleva. L’unica cosa è che spesso andavo a controllare se c’erano dei piccoli segni di appassimento, se vedevo i primi segni di sofferenza... non è che non avevo fiducia in te, piccola erica, ma avevo paura di perderti.

Dal terrazzo vaso di edera
Per me, sai, sei importante perchè ti ho raccolto nell’hotel delle vacanze, dove lavora Roberto.

Ho curato quel piccolo vasetto con un rametto striminzito di erica. Ho sorvegliato le tre foglie scrutando ogni piccola variazione e facendo il tifo per loro. Devi farcela piccola edera, devi farcela....
Ora il piccolo vasetto regge un robusto ramo di erica, pieno zeppo di foglie sane e giovani. E io non posso che fare a meno di sentirmi orgogliosa di te.

Ogni volta che scorgo quel rametto di erica dentro il suo vasetto penso al mare e mi vieni in mente te, Roberto, amico.


Sapere cosa c’è di più bello del ricordo del mare e di un amico? Un ricordo che vive e cresce.
Perchè la crescita di un essere vivente porta sempre gioia.

Mare Diano MArina

Ciao Mare. Ciao Roberto.

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