martedì 26 settembre 2006

Tu l’avresti lasciata andare.

Tu l’avresti lasciata andare. Lo hai detto oggi: «È una cosa che non dovevano fare.... dovevano lasciarla andare».
Io ho avuto paura.
Paura per le tue idee.
Paura perchè nel tono della tua voce c’era cinismo e freddezza.
Paura.
Mamma. La parola che dovrebbe essere la più dolce del mondo, per me ha un tono stridulo, amaro.
Tu mi avresti lasciata andare. Se io ti confidavo che non volevo tornare a casa, e ti spiegavo i motivi che non riesco neanche a pensare dall’orrore che mi procurano..... ho 10 anni, sono abbastanza grande per spiegarmi, per capire la severità e l’importanza di quello che dico.
Tu mi avresti lasciato tornare all’orfanotrofio, e con quale faccia mi avresti guardato andare via, con quali parole mi avresti salutato? Cosa mi avresti detto? Sapendo entrambe a cosa ritornavo?
Tu davvero avresti tradito la mia fiducia.
Mamma.

lunedì 25 settembre 2006

Piove

di Mary Agnes Donoghue
con Melanie Griffith, Don Johnson, Elijah Wood, Thora Birch.

Un film con Melanine Griffith.
Una bella storia, tenera e sofferta, dove alla fine tutto si rimette a posto....
... e in quel autobus che riporta a casa il bambino dopo le vacanze estive, sembra che ci sia LA VITA che si rimette in viaggio...
'
Quelle esistenze che all’inizio del film troviamo sofferenti e spezzate, ritornano percorrere la loro strada... come percorre la strada il bus in mezzo al paesaggio della verde pianura americana.
STUPENDA Melanie Griffith col rimorso di quella maledetta giornata in cui lei cuciva... il giovanissimo Elijah Wood con la stessa luce negli occhi di bambino intelligente e coraggioso... che poi avrà in Frodo.

La storia si sviluppa nel periodo delle vacanze estive, fino al ritorno del bambino in città dalla madre, fino alla prima pioggia autunnale che segna inesorabilmente la fine del caldo settembrino, e l’inizio dell’aria fresca che ti devi mettere uno “strato” in più e non puoi più stare con le maniche corte.
Il film finisce lì quando finisce l’estate e finiscono le vacanze, in questo paese di provincia, dove ci sono le torrette d’osservazione antincendio in mezzo ai boschi, dove le case sono immerse nella campagna.

Sapete già che io ADORO i film con ambientazione BUCOLICA... e questo è uno di quelle piccole perle che, magari piacciono solo a te, ma chi se ne importa.
Vedi post "Certi film sono come magie" Clicca qui

Mi è venuto in mente questo film oggi, mentre avevo i piedi congelati e sono corsa a mettermi le calze. Oggi piove.

C'era una volta il cinema italiano

C’ERA UNA VOLTA IL CINEMA ITALIANO
“Eravamo i migliori, adesso siamo i peggiori”, dice il critico, “I nostri registi raccontano solo storie deprimenti. Ma noi non siamo così”.


Sulla copertina del nuovo Farinotti 2007, il dizionario di tutti i film curato da Pino Farinotti, fa bella mostra di sé il sorriso beffardo del "pirata" Johnny Depp. Perché non ha scelto un film italiano? "Perché altrimenti non venderei neanche una copia del mio libro". Non usa mezze misure, Farinotti, per fotografare lo stato di salute del cinema italiano."Eravamo fra i più bravi al mondo, ora siamo tra i peggiori. Dagli anni '70 il nostro cinema si è involuto. La vena creativa dei nostri grandi registi si è gradualmente esaurita e non c'è stato un ricambio".

-L'involuzione, secondo lei, ha riguardato anche i contenuti?
"La maggior parte dei film mostra un'Italia depressa. Sono costruiti su modelli ormai consolidati: la famiglia disastrata, l'extracomunitario che deve sempre essere buono e perseguitato, il gay rappresentato come il personaggio più dotato di umanità. Prendiamo Lettere dal Sahara, l'ultimo film di Vittorio De Seta: è la storia di un senegalese che vive la difficile condizione di clandestino. Il problema è che questo personaggio è bello, intelligente, colto, sensibile, talmente perfetto che non rappresenta la realtà. La bontà del messaggio che si vuole trasmettere, il rispetto verso i più deboli, viene così vanificata da questa ossessione verso il "politicamente corretto" tipica dei nostri registi".

-Nel libro lei scrive che i film dovrebbero servire "a stare meglio". Ma nella grande tradizione del cinema italiano ci sono anche pellicole "disperate", penso a Umberto D di Vittorio De Sica, che pure sono dei capolavori assoluti. Il cinema dovrebbe rinunciare a denunciare i mali della società?
"No, ma dietro quei film c'era un'estetica, una poesia che hanno fatto scuola nel mondo. Visconti, Rossellini, De Sica, Antonioni, Fellini non sono registi, sono artisti in senso assoluto: tutti i fotogrammi di Paisà si possono tranquillamente esporre in un museo".

-Lei non è molto tenero neanche nei confronti dei suoi colleghi...
"I film vengono "disossati" dai critici prima dell'uscita e quando poi vai a vederli hai già la testa piena di pregiudizi. Non c'è più il piacere della sorpresa".

-Nel libro confessa la sua nostalgia per la mancanza nei film moderni di "eroi" alla John Wayne. Perché?
"Mi facevano sognare, questi uomini onesti, che lottavano senza ottenere nulla in cambio. Gli eroi dei film di oggi, penso a Russell Crowe o a Tom Cruise, sono di plastica, senza identità".

-Ma mostrare anche le debolezze dell'eroe, e quindi riuscire a umanizzarlo, non è un fatto positivo?
"Il regista Jean-Luc Godard diceva che il cinema non deve rappresentare la realtà, ci
deve essere un valore aggiunto che secondo me è l'eroe. L'eroe è l'esempio, grazie a
lui possiamo sognare. Purtroppo, oggi domina un altro modello di attore che interpreta personaggi tormentati, perdenti, perfetti per quei film minimalisti, eprimenti, prodotti dal nostro cinema. Penso a Silvio Orlando o a Luigi Lo Cascio; e anche all'ultimo Sergio Castellitto".

-Secondo Pietro Valsecchi, il produttore televisivo che all'ultimo Festival di Venezia ha presentato Non prendere impegni stasera, la televisione oggi è molto più vitale e ricca di idee del cinema. È d'accordo?
"In buona parte, sì. Gli eroi ormai sono quasi solo in Tv, penso a serie come Montalbano o a fiction come Perlasca. Quasi tutti i film italiani vengono finanziati dallo Stato. Quindi, se poi vanno male, a parte i contribuenti, non ci rimette nessuno. Ettore Scola, per esempio, è da vent'anni che non azzecca un film di successo, ma continua a farli perché è un nome nella nostra cinematografia. In Tv tutto questo non vale: se produci uno sceneggiato in 10 puntate e le prime due vanno male, lo cancellano subito. Per questo motivo c'è molta più cautela da parte dei produttori".

-Tra i film italiani più recenti non salva proprio nessuno?
"Romanzo criminale di Michele Placido, proprio perché non sembra un film italiano, ma un gangster movie americano. È fatto molto bene, i personaggi hanno tutti le facce giuste, da Kim Rossi Stuart a Riccardo Scamarcio e a Pierfrancesco Favino. Trovo poi molto interessante il caso di Notte prima degli esami. Una piccola storia di studenti, senza grandi pretese, l'abbiamo bevuta come l'acqua fresca. Per risollevarsi, il cinema italiano deve smettere di proporre storie così "cattive" e recuperare la sua dimensione etica. Gli italiani sono molto migliori rispetto a come vengono rappresentati".

(Famiglia Cristiana del 12/09/2006)

domenica 24 settembre 2006

Speranza

Questo pomeriggio mi sono accorta di aver sbagliato un'altra risposta.... stupidamente!
mi sono sentita da schifo
DA SCHIFO!

nell'attimo esatto in cui mi sono resa conto... ho sentito la SPERANZA affievolirsi...
perchè finchè l'illusione non si scontra con la realtà va tutto bene...
e puoi sempre immaginare che vada tutto bene. Ma quando sbatti la faccia contro la realtà.
Io mo sono sentita da merda... perchè ho sentito la speranza allontanarsi.

sabato 23 settembre 2006

Son Carl attrezzi ma per gli amici son Cricchetto

Son Carl attrezzi ma per gli amici son CRIchhEtto!!!

la voce del mitico Marco Messori. Che se ci pensate: solo lui, con la sua bravura, poteva dare la voce a un carro attrezzi con i dentoni, simpaticissimo e tenerissimo, che quando si muove ti fa scompisciare dal ridere! Io lo adoro. Chi? Messori o Cricchetto? Veramente... ENTRAMBI!
Guardate il sito web Il mondo dei doppiatori la pagina dedicata ai doppiatori di CARS, ho letto una bella curiosità.
Ho passato 2 settimane a ripetere continuamente questa frase, imparata dal Trailer che andava alla tv.

E la mia nipotina (5 anni) ha notato che saltavo tutte le volte che vedevo Cricchetto, e le dicevo: “Questo è il mio film preferito. Queste sono le macchine che mi piacciono a me!”
A lei cerco sempre di farle vedere IL MIO ENTUSIASMO per le cose, perchè penso che l'entusiasmo sia una spinta fortissima.

Sabato pomeriggio ha fatto irruzione in camera come un tornado dicendo:
- Ti devo dire una cosa....
- Ma non mi saluti, non mi dai un bacino?
Niente....
- No! Ti devo dire una cosa. Domani andiamo tutti insieme. Vieni con me e la mamma, che c'è uno schermo e ti fanno vedere le macchine....
Con le braccia ha disegnato in aria un rettangolo, per 2 volte come per spiegarmi qualcosa che non sapeva.
Io ero perplessa e non capivo.
- Vieni con me ?
Io ho detto di sì... perchè al mio cuore dico sempre di sì.... e lei è il mio cuore!
- Però dobbiamo fare le brave....
- Certo!
Lei sparisce sul terrazzo... e mi lascia con i dubbi di aver detto di sì e non sapevo dove, quando e soprattutto cosa... Che cosa intendeva dire? Che cosa è? Mica mi portano a vedere la Formula Uno? un videogioco per bambini?
Per fortuna arriva mia sorella....
- Allora glielo hai chiesto.
- Sì.
- E cosa ha risposto...
- Che viene.
Io mi sentivo un pesce dentro l’acquario
- Ma che cosa è questa cosa che io non ho capito....
- Domani andiamo a vedere “Cars"! Vieni anche tu? Alle 4!
- AHHHHHHH il mio film preferito! dove c'è Cricchèèètto! Che bello che bello, domani andiamo al cinema!
Io non stavo nella pelle...
- Però bisogna fare le brave fino a domani...
Perché dopo 2 settimane che impazzisci per queste macchinine parlanti... viste solo nel trailer...

Una FERARI, una vera FERARI....
È il giorno più spettacolare della mia vitaaaaa!!!
(L’ho ripetevo ogni 5 minuti.... )

ti sembra un sogno andare a vedere il film con la persona che ti è più cara, e con l'unica persona con cui puoi andare a vedere una storia di automobiline pensanti e parlanti.
Lei è corsa ad abbracciarmi.... ci siamo abbracciate forte, la mia gioia era autentica.
Perché vado al cinema con una bimba di 4 anni meravigliosa. La mia nipotina carissima.
E domani vedrete una zia orgogliosa e una bambina di 4 anni che non è mai stata al cinema....... e giustamente mi ha chiesto se volevo andare con lei a vedere.... "uno schermo che ti fanno vedere le macchine".
Se tu non fossi mai stata in una sala di proiezione, in un cinema, se conoscessi solo la tv e i DVD, come inviteresti qualcuno a venire al cinema con te?
Con lei guardiamo sempre i DVD della Disney, lei padroneggia con maestria la tecnica per fare funzionare lettori DVD e computer ... ci siamo fatte un meraviglioso e indimenticabile inverno con KODA FRATELLO ORSO, non dimenticheremo mai quando vedevamo a pezzettini BALTO e lei mi chiedeva sempre di spiegarle gli eventi.... ma andare al cinema è un'altra cosa... e se al cinema non ci sei mai stata come prenderesti la cosa?
"Vieni con me e la mamma, che c'è uno schermo e ti fanno vedere le macchine...."
Io mi ricordo ancora quando sono andata a vedere da piccola, con i miei fratelli, "Guerre stellari".... e all'arrivo di Lord Feneck, mio fratello, che era molto piccolo, si è messo a urlare di paura!!!! con la conseguenza che siamo usciti dalla sala tutti e tre.... con mio fratello che piangeva.
Che cosa è il cinema? che c'è uno schermo e ti fanno vedere le macchine.... Ricordatevi....
MA ALLORA... devo fare la brava fino a domani...
Cars Motori Ruggenti

Ricordo di uno "grande"!

Andreasi era il poeta scalcagnato che irrompeva nella trasmissione tv di Cochi e Renato declamando

«Salve, Piemònte»

con una «o» tanto aperta che ci sarebbe passata tutta la Tav, senza bisogno di scavi.

(Alberto Crespi, L'Unità, 27 dicembre 2005)


Felice Andreasi (Torino,1928 - Cortazzone D'Asti, Asti, 2005).

Felice Andreasi, qui nel film "MUZUNGU" con Giobbe Covatta, nei panni di Padre Luca, un missionario che manda avanto fra mille difficoltà un villaggio in mezzo alla savana africana...

L'ho adorato nella scena sulla jep, insiema a Giobbe Covatta, quando, fermato dai guerriglieri africani, armati fino ai denti, li insulta e li manda a fare in c....!! "Ma non avete ancora capito che io lavoro per l'Africa!"


...io ti dico semplicemente "grazie"

venerdì 22 settembre 2006

Oggi con te

Officina, scatole Mellin originali anni 70 (di latta), polvere e unto, macchine per tagliare, piallare, filettare, svuotare. Odore di ferro, sporco, carta e il porta rotolo che ti ho regalato io.
Per la nipotina.
Devo dire che invece con te si ci diverte... perché ridi delle mie espressioni, dei miei scatti, delle mie battute a volte stravaganti, a volte cono un po’ strampalata, stramba!
Ma tu ridi. E mi guardi come se avessi scoperto l’America.
Voglio insegnarti a vedere il lato comico e divertente delle cose: di tua nonna, dell’asilo, della tua zia scombinata, ma che ti vuole un mondo di bene!
Voglio insegnarti a leggere il ridicolo delle situazioni e a cercare di sdrammatizzare con una risata, perché...... ”c’è la possibilità di far ricorso ad una straordinaria risorsa: la capacità di ridere”.

giovedì 21 settembre 2006

C’è un medico on-line? Ho dolore al muscolo. Ho male a tutta la natica, e a tutta la gamba. Un dolore sordo e continuo, che aumenta quando mi muovo.
C’è un medico on-line?

mercoledì 20 settembre 2006

Penso che le cose più belle da vivere siano questi attimi in cui il tempo sembra fermarsi; in queste coincidenze che sembrano dei BUCHI NERI dove tutte le sensazioni sono risucchiate.

Lottare per un qualcosa

Scritto durante il viaggio in treno, in un deplian delle ferrovie, mentre tornavo a casa dopo o scritto, il 20 sett 2006 alle 15 circa.
Sergio Castellitto è Vincenzo IN La stella che non c'è
...pensa che noi spesso ci diamo da fare per cose che crediamo importanti, che possono essere anche importanti, e poi in realtà le cose che contano sono altre.solo che noi non lo sappiamo, non ce ne accorgiamo subito e dobbiamo fare un lungo percorso prima di vederlo.ho pensato a quante volte nella nostra vita siamo soddisfatti di aver fatto il nostro dovere e avere portato a termine un impegno... prendersi un impegno perché lo devi fare e portarlo a termine...
E poi in realtà a tutti i nostri sforzi sono approdati a nulla, sono svaniti colla stessa facilità con cui si butta via una centralina idraulica nei ferri vecchi. ...solo che certe volte lo buttano davanti ai tuoi occhi, altre volte non lo vieni a sapere che vive nell'illusione che: "... è andato tutto bene, sono stato fortunato." (La stella che non c'è ).
Sergio Castellitto è Vincenzo IN La stella che non c'è Vincenzo impara dalla gente che incontra e dal loro comportamento in modo nuovo di vedere la vita: dal vecchio che si alza e gli offre la sua sedia, perché un gesto di altruismo ha un valore che va al di là del gesto in sé stesso. Un gesto di altruismo e di generosità e come un sorriso gratuito.
Ti apre una porta dentro.

La stella che non c’è
Un film di Gianni Amelio.
Con Sergio Castellitto, Tai Ling.
Genere Drammatico - Produzione Italia 2006.

Lago

Ringrazio Claudio per queste meavigliose foto,

sono panorami troppo belli per essere tenuti per sè.

Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire su quello che sarà. Ma che ne sa il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.
Alessandro Manzoni da I promessi sposi


Stanotte piove, ed è già buio quando vado a chiudere le persiane in terrazzo. C’è l’aria umida, ma non c’è freddo. Si sentono i grilli in lontananza, non sono più tanto arzilli come un mese fa. Una falena gira di scatto nel cono di luce della finestra. Fuori è tutto buio, quando è nuvoloso, si vede solo il contorno nero dei boschi nel cielo blu scuro.
Sento
cloppete cloppete
attutito dal terreno umido, e nella luce debole della finestra, in mezzo al nero vedo delle sagome sfrecciare via.
Cloppete cloppete. I daini vengono a mangiare le mele del frutteto, anche quando piove.


Sono disorientata da questa bellezza.
Mi sembra strano che tutto sia reale. Mi sembra che in realtà non sono qui.
Mi sento piccola e non meritevole di questo panorama, di questa natura
di questa grazia, di questa immensità....
cammino in punta di piedi ...
essere spettatore di questa bellezza ti fa sentire illuminato.


Mi spiace amici daini, io non volevo spaventarvi... ma voi non potere sapere che io non vi faccio del male, voi sapete solo che l’uomo è cattivo, c h e h a i f u c i l i. Che ne sapete voi di una bipede che vi guarda da una casa degli uomini... incantata dalla vostra bellezza e addolorata di avervi spaventato?


Domani con la luce uscirò in giardino e lancerò le mele che cadono dentro il recinto dall’altra parte del campo dove voi potrete facilmente trovarle.... le lancerò con tutta la mia forza. Le lancerò come un grande campione di baseball. Prenderò le mele e le lancerò per scusarmi e per dimostrarvi che

IO SONO DALLA VOSTRA PARTE!

Le lancerò con la rabbia perchè io chi vi spara proprio non lo capisco...
Le lancerò perchè io e voi facciamo parte dello stesso mondo, e abbiamo solo questo....

Horatio Caine CSI MIAMI

Tenente Horatio Caine
C'è una bambina impaurita, tu ti avvicini e le tendi la mano.... la tranquillizzi, non tanto con quello che dici ma COME lo dici. Il tono della tua voce è calmo, infonde sicurezza.... la bambina si fida di te.

La pancia lo sa. I bambini hanno i presentimenti.... sanno con chi hanno a che fare. Hanno dei presentimenti e riconoscono la persona che hanno davanti. [Mariarita Parsi Psicoterapeuta su LA7].


Non espone mai il privato, non risponde alle domande personali, sa che la vita è troppo labile.


Si muove lentamente Horatio, cammina con calma, anche nelle urgenze, sa che la verità è nascosta nei particolari, quelli più invisibili, quelli che gli altri non notano. Davanti al sospettato, il suo gesto di far scivolare sul tavolo le prove scientifiche e renderle visibili all'interessato è importante: è il tuo lavoro, è la tua forza, ma non la sbandieri apertamente o con arroganza, non sei mai arrogante di fronte al colpevole, hai pietà di lui, sei pungente e sottolinei il suo errore. Fai il gesto di passare la documentazione delle analisi come se non ti volessi sporcare. Hai un atteggiamento di superiorità verso il colpevole,...

Mi piace Horatio Caine. Guarda tutti con la testa inclinata dal basso verso l'alto, di traverso, come a voler cercare dietro l'angolo, come se volesse vedere le cose anche da un'altra angolazione. Dal basso verso l'alto, ma senza debolezze, e senza paure, con la sicurezza.....
L'efficacia di un dettaglio
Il valore di una ipotesi, l'emozione dell'intuito
....Bene, allora è meglio cominciare!
[
Tenente Caine CSI Miami]

Mi piace perché rincorre la giustizia, a costo di esporsi in prima persona, sorride sornione di fronte ai furbi, si toglie gli occhiali per guardarli in faccia e se li rimette con calma quando pensa, perche la verità non ha fretta, ma è sicuro che prima o poi uscirà fuori.... da qualche traccia.

È freddo e duro con i cattivi, tanto quando è dolce e protettivo con i deboli. Sa che la vita è il bene più prezioso, e quel cadavere su cui si china diventa il centro del suo impegno. Si togli egli occhiali, per rispetto e perché anche lui, eroe, è scoperto di fronte la morte.



Sai cosa so: quando cala la sera, la verità è l'unica cosa che ci resta. Tenente Caine CSI Miami.

Il tenente Horatio Caine, che guarda con la testa reclinata sulla spalla, si fida del suo ISTINTO, crede nel suo lavoro, è dedito al suo lavoro fino ad esporsi in prima persona. È un uomo onesto, giusto, fa il suo dovere, ha pietà. Horatio dice: NON devi preoccuparti - con dolcezza e - Le prove le troverò - con autorità. Poi si mette gli occhiali scuri, di fronte al mondo, per non farsi contaminate dal mondo. Non per nascondersi, ma per proteggersi dalla cattiveria e dall'ingiustizia del mondo.

Mi piace perché insegue la giustizia, è proteso verso la giustizia, non solo la ricerca, ma mette le vittime dell'ingiustizia al primo posto. Il suo sguardo è sempre di pietà per chi non c'è più e anche di fronte ad un caso risolto, non gioisce apertamente: ma pensa a chi non c'è più e alla sua famiglia. Lui pensa, forse, che per quel caso risolto ci sono altri mille casi d'ingiustizia che rimangono impuniti. Lui pensa a chi soffre.
È un uomo di profonda umanità, ma non lo fa mai vedere apertamente, non lo sbandiera; di grande sensibilità, ma fa il duro; le sue attenzioni sono sempre discrete, nota i sentimenti altrui, ma non è mai invadente. Lascia liberi gli altri di dire "sì o no". Lui ti offre la sua mano ma ti lascia libera di accettarla, lui ti offre la sua presenza rassicurante, ma mai ti dirà quello che pensa e quello che prova.
Horatio Caine è un eroe buono "controllato", non dice mai una parola in più di quello che serve:
è giustizia "mite" ma decisa....

Horatio è un uomo silenzioso, che guarda... osserva i particolari.
È un uomo CHE PENSA e se ne va in silenzio. Promette e fa un patto e poi lo mantiene....
è il nostro eroe perché umano, sofferente,ma, come invece non avviene nella realtà, lui........ vince!

Sei onesto fino al midollo, nelle tue vene scorre la giustizia, sei il nostro eroe: dai ordini, con calma e accenni col viso, fai domante dirette e precise.... vuoi capire. Ti fidi del tuo famoso intuito.
Horatio Caine è un buono.... tenero e vincente.

lunedì 18 settembre 2006

Momo M.Ende

Scusate, ma ho tante idee nella testa, troppe cose che mi interessa dire, e si sono affollate tutte insieme per uscire.
Così si è creato un mega ingorgo, con il risultato che non esce nessuno.
Mi sembra di vederle che sgomitano..
"passo io passo io... io sono più interessante!"
...litigano come delle vecchie comari, la sera le sento nella testa tutti gli argomenti di cui vorrei parlare...
E giù GOMITATE!

Non sono le idee che mi mancano, ma vorrei esporle in modo interessante per chi le legge. Perché non è tanto importante QUANTE cose dici, ma COME le dici, COME le spieghi e CHE COSA arriva di quello che spieghi.

Sono troppo meticolosa e attenta, vedo sempre le cose finite, intere, nella globalità, mentre bisognerebbe seguire la saggezza scritta nel libro MOMO:

Brano tratto dal libro Momo:

Il vecchio si chiamava Beppo Spazzino. Aveva di sicuro un altro cognome ma, dato che di mestiere era spazzino e che tutto lo chiamavano così, anche lui aveva deciso che quel cognome gli stava bene. [....]
E faceva il suo dovere volentieri e a fondo. Sapeva che era un lavoro assai necessario. Quando spazzava le strade andava piano ma con ritmo costante: ad ogni passo un respiro e ad ogni respiro un colpo di granata. Passo-respiro-colpo di scopa. Passo-respiro-colpo di scopa. Di tanto in tanto si fermava e un momento e guardava, pensieroso davanti a sé. E poi riprendeva. Passo-respiro-colpo di scopa. [....]
Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e trovava le parole adatte.
"Vedi, Momo, è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa."
Guardò un po' in avanti davanti a sé e poi proseguì: "E allora si comincia a fare in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato... e non ce la fai più.... e la strada sta sempre là davanti. Non è così che si deve fare."
Pensò ancora un poso e poi seguitò: "Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo.
Allora c'è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere.
E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come.... e non si è senza respiro.
Questo è importante."
Tratto da Momo di Michael Ende

Momo

Questo passaggio di Beppe Spazzino mi ha sempre colpito: sin dalla prima volta che l'ho letto, tanti anni fa, mi è rimasto TATUATO NELLA MEMORIA e oggi sono andata a riprendere il libro di Michael Ende e ho riletto queste parole di una persona umile, semplice, taciturna, forte di un buonsenso concreto, ma che ha capito una grande saggezza, l'unica verità e forse la preziosa chiave per la serenità e la tanto desiderata felicità nella vita.
Certo bisogna avere obiettivi nella vita, sono fondamentali, degli scopi, dei punti di arrivo, ognuno deve scopare la propria strada e arrivare in fondo, ma il trucco è seguire il consiglio dell'amico di Momo.... e assaporare ogni gesto, ogni passo, ogni metro del cammino..... con calma....

MOMO di Michael Ende:
Ci sono questi UOMINI GRIGI che rubano il tempo alle persone, perché il tempo è denaro...risparmialo! E rubano il tempo libero alle persone, il tempo che loro dedicano alle loro cose: un pasticcino, coccolare il cane, fare visita alla mamma, leggere una rivista, fare 2 chiacchiere con un conoscente, fermarsi a guardare il panorama, sorridere per un bimbo che gioca al parco.

Le persone, così, iniziano a fare tutto di corsa, con la fretta perché hanno tante cose da fare e da finire senza gustare e assaporare più nulla della loro vita, vivono la vita ormai solo con lo scopo di fare le cose nel minor tempo possibile con l'illusione di risparmiare tempo, in realtà stanno SPRECANDO tutto il tempo messo a loro disposizione.... senza pensare che è il tempo, la nostra unica vera ricchezza.


"Esiste un grande eppur quotidiano mistero… Questo mistero è il Tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che, talvolta, un’unica ora ci può sembrare un’eternità e un’altra invece passa in un attimo… dipende da quel che viviamo in quest’ora.

Momo

Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore." MOMO

IL VIAGGIO

Mi ha sempre affascinato l’argomento viaggio. In vita mia ho fatto tanti tipi di viaggi, pur non avendo mai preso un aereo.
Viaggi corti, viaggi in bici, viaggi squallidi verso Novara, viaggi di notte, guidando e parlando, verso il mare, verso casa, viaggi con la fantasia, che lasci guidare l’immaginazione e sono i miei preferiti.
Mi hanno sempre attratto i viaggi.
Viaggi con il lettore mp3 e lo sguardo perso nelle emozioni della musica mentre guardi dal finestrino, viaggi cantando in auto le canzoni dei Cranberries.
Ma sempre ho avuto la certezza che il viaggio non fosse aspettare, ma percorrere: Durante il viaggio non pensare ad arrivare perché una volta arrivato ti sei perso tutto il bello del percorso. Perciò che io vada in Cina o in gita in collina, quello che puoi vivere durante il tragitto MODIFICA la tua esistenza e quando arrivi a destinazione, inevitabilmente, sei diverso da come eri in partenza.


Per questo quando mi interessa un libro, leggo sempre la prima frase e l’ultima, se mi piacciono entrambi, il libro mi piacerà.
Perché se da A parti e a B arrivi , in B è insito tutto il percorso fatto.
Fra A e B passano infinite linee, ma una sola retta. Forse per questo che i percorsi della vita sono sempre così complicati. Da A a B puoi andare con una curva, con uno zigo-zago, con una sigmoide, un onda.
A e B racchiudono qualcosa che non sai, ma che intuisci. In B c’è la sommatoria di tutti i passi del tuo viaggio, qualunque esso sia, reale o metafisico.
Il viaggio ti cambia e all’arrivo trovi qualcosa che non ti aspettavi, perché sei diverso, sei cambiato.
Il punto di arrivo sarà sempre diverso da come ti immagini alla partenza. Perché cambi tu durante il viaggio, in quella misteriosa SOMMATORIA di passi che ti portano dove vorresti andare e alla fine ti ritrovi in tutt’altro posto.


Perché la vita ti porta sempre quello che non ti saresti mai aspettata....

Mentre sto scrivendo questo post, sto guardando alla tv Baglioni ospite alla manifestazione al Quirinale per l’inizio dell’anno scolastico. Canta Strada facendo.... la canzone della mia infanzia. La canzone che mi riporta indietro negli anni, e mi fa risentire come quando avevo 10 anni.
Io scrivo il mio post sul VIAGGIO e lui da Roma mi dà la risposta STRADA FACENDO.

Un gancio in mezzo al cielo per aggrapparsi e volare ancora più in alto....

io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è
tra mille mattini freschi di biciclette
mille più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me
[...]
io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello
col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro a un senso di inutilità...
e fragile e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai
strada facendo vedrai
che non sei più da solo
strada facendo troverai
un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore
vedrai più amore, vedrai
io troppo piccolo tra tutta questa gente che c'è al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e violento mi son detto tu vedrai vedrai vedrai

e una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita
ma che cos'è che ci fa andare avanti e dire che non è finita
cos'è che ci spezza il cuore tra canzoni e amore
che ci fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domani tu
strada facendo vedrai
perché domani sia migliore, perché domani tu perché domani sia migliore, perché domani tu perché domani sia migliore, perché domani tu...


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domenica 17 settembre 2006

Ho un po' di mal di testa... mi sono lasciata tentare dal vitel tonnè....
managgia...alla mia golosità e alla mia curiosità!

Mi corico con una bella limonata calda... trovo un bel film, di uno dei miei preferiti Luis DeFunès.
Un film che non ho mai visto, dall'arredamento della casa sembra ambientato negli anni '70.
Lui mi fa sempre ridere. Ha questi scatti nei gesti e nelle parole. Gesticola intanto che si agita e ingarbuglia la situazione sempre più, nell’intento di risolverla.
Rido e intanto lui scatta in piedi gridando... “ma è mai possibile che sono sempre l’ultimo a sapere le cose in questa casa?” Parla velocissimo, veloce come i suoi movimenti: “Ma quello è un cretino, è un deficiente, un bovino...” e intanto muove le braccia e si infiamma.
Tanto di cappello al DOPPIATORE di Luis DeFunès. Le nostre bravissime VOCI NELL’OMBRA.

martedì 12 settembre 2006

L'artigiano e l'artista

Perché mio padre per me è genialità e lavoro manuale; è la zona di confine fra l'artigiano e l'artista. Fra l'invenzione e la magnifica manifattura.

La stella che non c'è
di Gianni Amelio.
Con Sergio Castellitto, Tai Ling.
Drammatico - Italia 2006
Ricordo come se fosse ieri le scene iniziali di La stella che non c'è.
Le sue mani (le mani di Vincenzo Buonavolontà) sporche di olio e i vestiti neri di polvere di ferro e unto.

Lui si vede che non è un operaio... non ha le mani rovinate. Le sue mani lo tradiscono si vede che non ha mai fatto lavori manuali.

Le mani di mio padre sono forti, rovinate e ferite, con le cicatrici di anni di intemperie e colpi. Le mani di un artigiano sono segnate, sono ruvide e piene di calli.

Sta di fatto che la sua figura nel capannone dell'altoforno con il viso sporco e stanco, le mani che con maestria costruiscono con precisione e aggiustano, i vestiti unti e sgualciti, mi hanno ricordato TE nella tua officina e tutte le volte che sono entrata per chiamarti.

Ti trovavo intento davanti a qualche strano macchinario, o con qualche attrezzo. Quei macchinari mi hanno sempre messo un po' di paura, ma tu li governabili con perizia e attenzione, li dominavi fra schegge e scintille, in un concerto di rumori assordanti, polvere e sporcizia, odore caldo del legno e odore aspro del ferro.
È anche il garage... l'hai trasformato in un'officina perché è dove vai tu c'è anche la tua opera, e dappertutto applichi il tuo ingegno.

Alla fine, a lavoro finito noi rimaniamo a bocca aperta.

PS: Anche se hai delle mani da "attore", grazie Sergio. Sembravi proprio mio padre.


Sergio Castellitto è Vincenzo Buonavolontà in La stella che non c'è
Sergio Castellitto è Vincenzo Buonavolontà in La stella che non c'è

foto di Claudio Iannone

[tratto dall’intervista a Gianni Amelio “La stella che non c’è”]
... Vincenzo è una persona che la pensa in questo modo, quando si mette in testa di fare una cosa, decide di farla al massimo delle sue capacità, con il massimo dell’impegno. Purtroppo si trova in un mondo dove tutti fanno le cose come capitano. Per esempio: lui raccomanda ai Cinesi di non usare la fiamma ossidrica per smontare la macchina poiché l’impianto si potrebbe danneggiare e loro invece usano la fiamma ossidrica per fare prima, per accelerare i tempi. Vincenzo pensa e spera in un mondo che sia a misura d’uomo, a misura delle persona. Non è un caso che io lo veda sempre con le mani indaffarate ad aggiustare qualcosa. Aggiusta una macchina da cucire; all’inzio del film, di testa propria costruisce la centralina danneggiata, e verso la fine del film tenta anche di aggiustare un giocattolo di plastica. Si tratta di una persona che rivendica l’ingegno del singolo e non il mondo che va avanti a creare delle imitazioni e non dei prototipi, come accade oggi in Cina, che commercia un milione di esemplari che sono però tutti finti, solo delle mere riproduzioni.

Sono andata a vedere La stella che non c'è

Lui ti appare vero e reale,
Come parla, come si muove, come cammina, si muove a scatti, non in modo fluido,
Ernesto contiene una armonia tutta sua che lo rende persona.
Ma si note bene che è staccato da te, che è diverso da te. C’è molta differenza fra te e lui.
Mentre con Vincenzo vi fondete, vi assomigliate molto. Questa la prima cosa che mi ha colpito, sin da quando ho visto il trailer e le prime foto.
Mai come ne “La stella che non c’è” ho avuto la sensazione che Vincè -personaggio assomigliasse al Sergio-persona e viceversa. L’ho notato dal sorriso. Stavo guardando un filmato della lavorazione del film “La stella che non c’è”, una specie di documentario-dietro le quinte del film. Ad un ceto punto non sapevo se il Sergio sorridente era un dietro le quinte o una parte del film. Per un attimo mi sono confusa.... stesso vestito, stesso viso, stessa espressione, stessa luce negli occhi. Stesso tutto.... allora ho capito che per lui-Sergio doveva per forza essere stata una grande esperienza umana oltre che una importante esperienza professionale. Come per Vincenzo. Stesso viaggio.....

La stella che non c’è

Ognuno di noi sta cercando la sua stella che non c’è
Ognuno di noi ha "una stella che non c’è" da cercare.


La stella che non c’è
Volevo raccontare la storia di un uomo speciale che non se ne vedono più, non un omo comune che magari non si rassegna al destino comune, subisce lo scacco del licenziamento, ma rilancia la propria esistenza. Ha un bisogno morale che lo spingerà, ma poter pensare che la sua vita possa prendere una linfa diversa, trovare delle ragioni per sopravvivere, o si abbandona alla disperazione o fa un colpo di testa. Gianni Amelio

A questo punto se fossi una di quelle brave ragazze, che sanno scrivere bene, che al liceo prendevano sempre 8 del tema di letteratura, se fossi questo tipo di persona vi racconterei la trama per benino, stile rubrica di recensioni cinematografiche, come ce ne sono tante nei blog in giro per internet.

Vi spiegherei che questo film racconta la storia di Vinvenzo Buonavolontà, ed è la continuazione del libro La dismissione di Ermanno Rea. Un uomo con la mani rovinate e sporche di olio, con i vestiti che puzzano di ferro e grasso di ingranazzi, con una borsa usurata da 30 anni di vita nell’acciaieria, con la voglia di fare bene il suo lavoro, la morte nel cuore per il suo lavoro che non c’è più e l’incubo della disoccupazione quando si sente ancora giovane e forte per essere messo in un angolo, enormi occhi che sanno di ferro vecchio e ruggine, e una idea che sa del fuoco dell’altoforno, mani operaie che costruiscono, solitudine e una casa vuota che lo aspetta alla fine della giornata.

Che parla di un ragazza cinese, Liu, impacciata, che fa da interprete per i compratori cinesi, ma che è come l’acqua cheta che butta giù i ponti.
Vi spiegherei che parla di un bimbo dolcissimo di 2 anni, che appena lo vedi correresti ad abbracciarlo, di quelli che sono tristi, perchè non hanno una mamma vicino, ma che sanno sorridere e sanno aprirti il cuore, con la stessa facilità con cui imparano a montare e smontare una centralina idraulica. Vi spiegherei che parla della ricerca di un altoforno finito nella Cina sterminata e una centralina idraulica difettosa da sostituire. E vi spiegherei che parla di trovare la “nostra propria” stella che non c’è.

E INVECE VI RACCONTO CHE... è stato un film che mi ha dato tante emozioni.
Vedo Genova. Riconosco il palazzo storico e la strada, c’è quella strana atmosfera di Genova quando piove.
Riconosco nel panorama, le torri di metallo che si vedono passando da Cornigliano in treno, e che mi fa pensare a tante volte che tornando dal mare ho visto i capannoni e tutte quelle costruzioni di acciaio.
Riconosco il panorama di Genova in autunno, con le case che si arrampicano in collina e il porto darsena che scivola verso il mare.
Riconosco un accenno di sorriso che ha anche Ernesto e che mi rende Vincenzo immediatamente simpatico.
Trovo la vecchia macchina da cucire, che abbiamo ancora in casa, acquistata da mia nonna. L’immagine è per me una gioia del cuore e un mare di ricordi.

Forse essere un grande regista vuol dire questo.... con pochissimo far capire delle cose immense. Condensare tutto in poche parole, in un’associazione d’idee, in una sensazione, in un silenzio. Il tutto dentro il piccolo. Piccolo che quando lo capisci si espande ed esplode in un big bang dentro la tua testa. Forse questo significa essere un grande resista.

E ti fa capire che essere spettatore significa accettare di sentirsi cambiato quando si riaccendono le luci in sala.

sentirsi il Dottor House?

....il tempo si dilata sempre in maniera strana, sembra che si prolunghi
all'infinito per poi correre veloce mentre ti appresti a digitare la prima frase
del tuo post, cosa che per una come me abituata a metterci sei mesi solo per
partorire un misero post diventa deleteria. E poi. Negli internet point non puoi
sederti con il piede sotto il sedere in quella posizione che tua madre definisce
sempre assurda........ da bittersweetsymphony di Cecia

Voglio dedicare questo post a una frase scritta da Cecia, che stamattina mi ha fatto sorridere (in un periodo in cui ho poco da sorridere), perchè anche io metto sempre il piede (sinistro) sotto il sedere quando sono alla scrivania!

Il problema è che poi mi si addormenta la gamba e mi alzo sempre "ranghesando" [n.d.t. zoppicando] con la gamba tutta che mi formicola da impazzire e non riesco a muoverla.

Mi sembra di pietra e inizio a girare di qui e di là per la stanza che sembro il Dr.House senza bastone. Mi appoggio con forza ai mobili e in questi momenti assimilo anche il carattere del Dr. House.....

Come si fa a zoppicare con una gamba che ti fa un male boia, non riuscire a stare in piedi se non ti appoggi, senza sentirsi il Dottor House?

Anche io ci penso sempre molto nello scrivere un post, prima lo penso, poi lo dimentico, poi lui ritorna a bussare e allora inizio a buttare giù frasi sconnesse. POI lo amplio, poi lo butto giù tutto di colpo.... in una giornata libera in cui mi permetto il lusso di stare sola con i miei pensieri. Poi una volta pubblicato, lo lucido e lo modifico, lo smusso come un mio piccolo diamante. Controllo le parole e le frasi, mi piacerebbe aggiungere sempre fotografie belle e significative.... ma poi finisce sempre che mi si addormenta la gamba!!! e all fine faccio sempre dei pasticci M A G I S T R A L I ! e non riesco mai a fare tutto quello che vorrei: tenere un blog è anche un impegno.

Ho scoperto il blog di Cecia, per caso, mentre cercavo su Google delle recensioni sullo spettacolo teatrale di Sergio Castellitto: il motore di ricerca mi ha portato a un suo post in cui racconta della sua serata teatro. Mi ha colpito il suo modo di raccontare e sopratutto ho avuto la sensazione che deve essere una ragazza di grande sensibilità, con una grande capacità di sentire e vedere. Lei ha il dono speciale di raccontare i sentimenti. Cosa non da tutti.

Io un po' la invidio, perchè vorrei scrivere come lei. Avere la capacità di far scorrere le frasi rinchiudendoci dentro le emozioni. Dipingere la realtà e i pensieri come fa lei. Soprattutto dare la SENSAZIONE del momento che vivi. Infatti mi ha colpito il fatto che leggendo il post sulla serata teatrale di Castellitto mi pareva di essere là.

Un po' la capisco... e un po' percepisco una ragazza di 15 anni in meno di me, sicuramente intelligente e sensibile, che tante cose le ha imparate; non so se è il suo modo di scrivere, ma mi sorprende sempre la "bellezza" che ha dentro e che esprime.

ma tante cose non si imparano mai , neanche quando si hanno 36 anni.

Qualunque strada tu stia percorrendo, ti auguro una buona strada sempre.

lunedì 11 settembre 2006

Le fiabe dicono più che la verità. Non solo perché raccontano che i draghi esistono, ma perché affermano che si possono sconfiggere. Gilbert Keith Chesterton (1874 – 1936), scrittore britannico.
Sovraccarico mentale
Tesa, agitata, e incapace di dormire.


Chi scrive lavora con i sensi......
La parola per il solo fatto che sono parole, ritaglia un pezzo, scorre nel tempo, e non riesce a descrivere l’incanto dell’estate, la grandezza del mare. La fugacità: è una lotta contro l’oblio, contro il fuggire delle cose, si vede uno sguardo e lo si vorrebbe fermare per sempre.

“Scrivere fa attraversare i rimorsi. Pensare è un lavoro.” Ginevra Bompiani a Sottovoce.

domenica 10 settembre 2006

Bello schifo!
Alla Mostra del cinema di Venezia hanno dato il premio Coppa Volpi a quello che mi fa più schifo, Ben Affleck, togliendola dalle mani del mio attore preferito, Sergio Castellitto.

Bene! Complimenti!
Voglio ringraziare Eternity00... http://www.sunray.splinder.com/

Che mi ha messo nei link del tuo blog. Che bello! Sono contenta...
Appena riesco a capire come si fa, modifico anche io la mia lista dei link... con il tuo bel blog

E voglio ringraziare anche Claudio. Per le sue preziose parole, le sue lunghe mail. A cui io rispondo con i miei lunghi “post”.
E sono contenta di sapere che c’è Mauro che legge queste pagine, e non lascia commenti.
Mi piace l’idea a che leggete senza lasciare traccia, in silenzio... in punta di piedi, ...

A volte è difficile parlare di me e scrivere le mie cose. Mi fa bene e mi aiuta. Mi piace lasciare i miei pensieri in internet, un mondo grande e complicato, ramificato e intricato.

È come lanciare una bottiglia in mare e lasciare tutto alle correnti,
come lasciare un palloncino al vento.

Mi piace l’idea di lasciare tutto alla casualità della rete. Se cerchi..... trovi. Puoi trovare anche me, per caso, nei vari nodi della rete.

Tell me baby, what's your story ?
Where you come from and where you want to go this time
Tell me lover, are you lonely ?
The thing we need is never all that far behind
Tell me baby, what's your story ?
Where you come from and where you want to go this time
You're so lovely are you lonely ?
The innocence that you promised not to leave behind
[Red Hot Chili Peppers “Tell me” da Stadium Arcadium 2006]

venerdì 8 settembre 2006

A FORZA DI ESSERE VENTO Four Steps Choir, Gruppo strumentale Franziska



Ho seguito il Four Steps Choir in una serata strana d'estate

A FORZA DI ESSERE VENTO il 12 luglio 2006 ore 22.49
Four Steps Choir, Gruppo strumentale Franziska, voce Pietro Sinigallia, progetto direzione e arrangiamenti: Gloria Clemente.

» Volta la carta «
C'è una donna che semina il grano
volta la carta si vede il villano
il villano che zappa la terra
volta la carta viene la guerra
per la guerra non c'è più soldati
a piedi scalzi son tutti scappati

Chi era il 12 luglio 2006 a San Bartolomeo Al Mare (Imperia) ha potuto assistere a un gran bello spettacolo, un ibrido fra musica, teatro, poesia, e danza.
Nei giardini della pace, la piazzola era piena di sedie di plastica bianche, che a poco a poco si sono riempite.... fino ad avere persone in piedi al bordo della piazza. È una tiepida e serena sera di estate. Non vedo l’ora che inizi.
Io avevo letto un deplian informativo sugli spettacoli quotidiani delle serate estive e mi aveva subito colpito l'appuntamento con Fabrizio DeAndrè ed Eugenio Montale. I due artisti che hanno onorato la loro terra, la LIGURIA, perchè ammiro la loro arte e il loro modo di fare “poesia” ed esprimere il loro pensiero.
Avevo memorizzato il giorno della settimana e la data, per tenermi libera, e attendevo la sera con gioia, senza sapere che quello che avrei visto in realtà sarebbe stato molto più bello di quanto la mia immaginazione potesse sperare.

Lo spettacolo è un alternarsi armonico fra musica, cori, poesie recitate, canzoni e musiche, di 2 artisti liguri, attraverso cui la Liguria si esprime. La mia Liguria. La Liguria che mi porto nel cuore.



» Quello che non ho «
Quello che non ho sono i tuoi denti d'oro
quello che non ho è un pranzo di lavoro
quello che non ho è questa prateria
per correre più forte della malinconia.
Quello che non ho sono le mani in pasta
quello che non ho è un indirizzo in tasca
quello che non ho sei tu dalla mia parte
quello che non ho è di fregarti a carte.

La parte musicale è condotta da un gruppo di professionisti (piano, chitarra, sezione ritmica e fiati) e il coro si dimostra ben costruito, compatto, ed è inserito nelle canzoni in modo efficace. Le canzoni sono tutte rivisitate e ri-arrangiate, in modo ottimo, soprattutto “Il pescatore”.


» Il pescatore «
All’ombra dell’ultimo sole
S’era assopito un pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
Lallalla la la la la la Lallalla la la la la la lallalla lallalalala lallala la la la la la aaaa

Piacevole (e in crescendo) il programma, articolato e differenziato, con sezioni dedicate alla musica di Fabrizio De André, e poesie di Eugenio Montale recitate, tanto bene che mi esce una lacrimuccia di commozione.
La voce solista di Pietro Sinigaglia dà spessore, rischiando, con buoni esiti, il confronto con Fabrizio
Ma è la direzione musicale della carismatica Gloria Clemente a stupire e affascinare. Non si limita a dirigere gli orchestrali e il coro, ma conduce per mano, seguitissima, l'intero gruppo sul palco. In breve trascina, con il suo dinamismo e il suo entusiasmo, non solo il coro, ma anche il pubblico. Una passione autentica per la musica che sente davvero tantissimo. Salta, incita, da i tempi, canta, balla.
Lei sola è già uno spettacolo... un vero spettacolo nello spettacolo.
Solo che a guardarla ti fa venire voglia di muoverti, di saltare anche tu avanti e indietro, seguendo non solo col corpo, ma con il cuore, la musica. Non mi era mai capitato di vedere un direttore d’orchestra così: che dirige ballando. Riuscirebbe a far cantare e ballare anche i pini e gli oleandri fioriti del giardino...

Per 2 ore il suo corpo pone l’accento sulla musica, e salta da una parte all'altra del palco come un’atleta. Ha la fisionomia di una ginnasta di ginnastica artistica, dei folti capelli ricci che ondeggiano insieme al vestito, e una grande grande energia. Si capisce subito che ci crede, che è la mente e l'anima dello spettacolo, che lo fa per amore di Fabrizio De Andrè.
Si capisce che Fabrizio dall'alto e anche lui approva, come sa fare lui.

A fine spettacolo, sono elettrizzata.
Mi avvicino per prendere il CD con le canzoni dello spettacolo: penso che fra tante cose inutili che si comprano questa è una cosa che vale, è una cosa utile, è un CD da avere per fermare e memorizzare le emozioni che mi hanno dato questa sera. Perché voglio fermare e memorizzare.
Aspetto, gustando il silenzio dopo tante belle note e parole. Vado, i CD sono quasi finiti, ne rimangono poche copie... ho paura di rimanere senza... prendo la mia copia direttamente dal cantante Pietro Sinigaglia, la stringo in mano come una cosa preziosa. Sono emozionata e contenta. Faccio cenno di allontanarmi guardandomi indietro, ancora un attimo sto a guardare il palco ancora illuminato con i musicisti che sistemano le loro cose, Gloria Clemente è seduta in fondo, pare affaticata ma felice. Indugio lì in mezzo ai giardini, e si alza il vento... un vento di mare, mi scompiglia i capelli, è un vento che viene dal mare e sa di tempesta.
A furia di essere vento.... sgrano gli occhi e leggo il titolo del CD. “A furia di essere vento. 17 canzoni dedicate ad un poeta” (dei Four Steps Choir).
Una serena e tiepida serata di estate, appena prendo il mano il CD, all'improvviso diventa ventosa.... sorrido, sorpresa per la coincidenza, rimango un po' lì a sentire il vento e a guardare gli alberi del giardino agitarsi.

A volte penso che dovrei credere di più alle coincidenze.
Non c'è freddo, ma mi affretto verso il residence, quasi a voler proteggere me e il Cd dal temporale, con un po' di paura addosso, perchè è un vento improvviso e intenso: c'è aria di tempesta. Percorro tutta la passeggiata con il mio CD A forza di essere vento stretto vicino a me,


Una serata dedicata a DeAndrè, che meglio di chiunque altro ha saputo inquadrare l'uomo nelle sue sfaccettature.
Francesco DeAndrè che va In direzione ostinata e contraria, come faccio io; s'immamora di tutto a sottolineare la sua profonda capacità di provare interesse e curiosità per tutto, come cerco di fare io.
Grazie Francesco. Grazie Gloria e tutto il gruppo dei Four Steps Choir: è bello sapere che tramite voi il ricordo di DeAndrè è vivo.

» Dolcenera «
Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com'è
guardala che arriva che è lei che è lei

nera che porta via che porta via la via
nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
nera che picchia forte che butta giù le porte

nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
imbaggiâ imbaggiâ

Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

âtru da stramûâ
â nu n'á â nu n'á

Altro da traslocare
non ne ha non ne ha

giovedì 7 settembre 2006

Natascia e la Luna Piena

Ho acceso la tv su La7 perché interessata a seguire il film "I picari" di Mario Monicelli. Invece era in onda l’intervista alla ragazza Natascia. Non ero interessata alla cosa, non amo quella curiosità morbosa di cui tante volte la tv si ciba. Ma lo sguardo e la pacatezza di questa ragazza mi ha colpito.

In studio c’erano esperti di psicologia che commentavano. Io in realtà stavo facendo tranquilla i miei lavori in camera, rimettere in ordine le cose che nella giornata prendi e mai rimetti a posto, i panni asciutti, quelli da lavare, i vestiti abbandonati e dimenticati, il gatto che ha fame... quando sento:

-Nella postura si nota una rottura ogni volta che parla della madre...
-C’è un aspetto fondamentale di questa ragazza forte ed eccezionale, rimate il fatto di questo conflitto genitorale.... il conflitto materno per un soggetto femminile, comporta un conflitto di RUOLO con se stessa e la costante sensazione, sempre, di non essere OK.
Stefano Benemeglio, docente psicologia analogica.

Queste parole, dette da una persona che si chiama Benemeglio devono essere per forza positive e curative.
Ma le sue parole mi hanno trapassato la testa e sono andate a infilzarsi nei punti più profondi del cervello:

il conflitto materno per un soggetto femminile,
comporta un conflitto di RUOLO con se stessa e la costante sensazione, sempre,
di non essere OK.

Ho percepito questa frase acuminata andare dritta e centrare il mio “sistema limbico”, l’ippocampo del mio telencefalo. E hai una buona mira, dottor Benemeglio, o sono io che sono un ottimo bersaglio?


Domanda -Come hai imparato a gestire la solitudine?
Risposta di Natascia -Io non ero sola. Nel mio cuore, c’era sempre la mia famiglia ....
Mio pensiero -Sei giovane e sei riuscita a diventare una ragazza forte, sono sicura, Natascia, che diventerai una donna equilibrata.


Avevo un mano un bicchiere, mi è caduto dalle mani... si è rotto con un rumore acuto e forte.
E poi il silenzio dentro di me, mentre i commenti successivi mi arrivavano attutiti... ho cercato di fare qualcosa per smuovermi da quella immobilità che mi pietrificava, ho fatto i gesti che faccio tutte le sere per prepararmi ad andare a dormire, ho tirato le tende e volevo chiudere le persiane, ma:

Stanotte c’è la Luna Piena, tanto grande e tanto luminosa che rischiara il cielo a giorno, è una luce bianca e pura... Non si vedono le stelle, perché stanotte la luna è la prima donna. Ed è bellissima. È notte, ma sembra giorno, un nuovo giorno, per Natascia e per me.
.....certe volte le coincidenze sono degli appuntamenti,
solo che tu lo sai solo nell'istante in cui si verificano.....
e stasera sembra che ci siamo date appuntamento io, la Luna Piena in Perigeo e Natascia.....


Stanotte c'è la Luna Piena in Perigeo: la Luna nel suo massimo splendore nel punto più vicino alla terra.
Stanotte la Luna ci sta vicino. Cara Natascia, stanotte sembra che la Luna voglia star vicino a noi.

Ho imparato a piangere in silenzio.

Quanto male mi hai fatto. Quanto. Quanto ancora me ne porto dietro che il dolore non è riuscito ancora a consumare.

Capisci la differenza fra me e te? Tu cerchi di sentirti sempre inadeguato. E lo sbandieri come un vanto.... un po’ ti odio quando fai così.
Io sono sempre inadeguata, sbagliata, non all’altezza. Sempre. In qualsiasi momento sono sempre inadatta, in qualsiasi luogo, qualsiasi passo faccio. Con me stessa e con gli altri.

Capisci la differenza fra la finzione e la realtà? Fra il sembrare e l’essere?

Ho paura, Ho paura di scoprire, quanto male mi ha fatto, di scoprire quanto è profondo il fossato e quanto è largo.
Ho paura perchè il prof. Benemeglio non parlava solo di Natascia, ma anche di me, e insieme a quel bicchiere si è rotto qualcosa di più fragile e insostituibile.

Ho imparato a piangere in silenzio, solo con le lacrime.

Rovini sempre tutto.
Mi sento precipitare dentro questo fossato.
Ho paura, tienimi.
Perché quando ti toccano certe corde è come se facessero brillare la dinamite ai pilastri portanti di un palazzo. Quando ti toccano tua madre, ti buttano giù i pilastri portanti del tuo palazzo.
Come in quei scoppi in cui l’edificio, dopo la sequenza delle esplosioni, si affloscia DENTRO se stesso in una nuvola di polvere densa che si alza. Implode.
Questo è cadere dentro se stessi. Implodere e cercare di aggrapparsi a qualcosa che ti tenga a galla, che ti protegga dal botto. Qualcosa che ti copra.

Mi hanno sempre affascinato quelle spettacolari demolizioni degli eco-mostri, in cui le cariche esplosive, disposte attorno ai pilastri più bassi, vengono fatte brillare in serie, leggermente ritardare le une dalle altre,
bum bum bum bum
in un crollo programmato e calcolato al millimetro. L’edificio sta lì per un attimo, quasi incredulo, poi si affloscia.... perché quando ti toccano tua madre ti toccano i pilastri della tua vita.

Io ho rotto solo un bicchiere, stando a bocca aperta.. era solo un bicchiere... ascoltando, per caso, questo psicologo, dal nome che sembra inventato, Benemeglio.
Senza saperlo ha acceso la luce anche in una mia stanza buia. Bhe! quello che ho trovato in questa stanza non mi è piaciuto. C’è tanto disordine.... c’è la donna che avrei potuto diventare e che non sono.....

Perché io mi sento sempre così non OK? È colpa tua.

Riesci sempre a rovinare tutto, con la tua mancanza di tatto, con la tua ormai risaputa assenza di introspezione psicologica. Stasera hai rovinato il gusto del mio preferito yogurt al mirtillo, che di solito gusto come una leccornia.
È troppo tardi per fare la madre.
Lasciami precipitare.
Rovini sempre il gusto a tutto, alle mie cose preferite. Ho mangiato quello yogurt da brava bambina. Hai nutrito la mia inadeguatezza.

Ho imparato a piangere in silenzio.
Semplicemente implodere.

mercoledì 6 settembre 2006

I r r a g g i u n g i b i l e

L’Aura – Irraggiungibile

Questa è una canzone che mi piace tanto, mi piace cantarla a squarciagola in macchina mentre guido, in un viaggio tranquillo... é una canzone molto significativa per me.
La voce di L'Aura è meravigliosa, io la seguo, e mi immergo nella poesia che ha saputo creare.
Canto senza vergogna di stonare, tanto nessuno mi sente.
Penso alla dolcezza e al coraggio che mi infonde. Penso al grande e importante significato che questo testo ha per me, e penso a te, mio irraggiungibbbile e inafferrabbbile.

L'Aura » da Okumuki (Sanremo 2006)
» Irrangiungibile «


C'eran le cornamuse mute,
c'era la poesia
che una foglia morta esprime
quando s'addormenta
come il tempo sulla terra.


Dolce e languido, il tuo canto
scrisse melodie che confondon l'anima
intrecciandosi abilmente
con la solitudine del vivere.


Splendi gelido e folle diamante, irraggiungibile,
prima che il giorno ti rubi la luce
e le mani di quelli che
piangono con me nel cuore
comincino a cambiar.


Fragile pelle di cartone,
certa gente è qui per scuoiarti
e poi gettare un muro che separa
i nostri corpi di cenere.


Splendi gelido e folle diamante,irraggiungibile,
prima che il giorno ti rubi la luce
e le mani di quelli che
piangono con me nel cuore
comincino a pensar di amare solo te.


di volere solo te.
Di voler solo te.


Splendi gelido e folle diamante,irraggiungibile,
prima che il giorno ti rubi la luce
innafferrabile.


Splendi gelido e folle diamante,irraggiungibile,
prima che il giorno ti rubi la luce
innafferrabile


Ridono di me nel cuore le mani di chi è mentale

martedì 5 settembre 2006

Vabbè...

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Vabbè, lasciamo perdere perché se ne parli, ne parli solo male.
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Hilary Swank Maggie Million Dollar Baby

... mi rimetterò i guantoni.

coraggio

lunedì 4 settembre 2006

Trapezio e gomitolo

Ma vi credete che sia facile vivere senza amore, senza una famiglia, senza una professione?


È una notte di insonnia, sono sfasata, come se mi mancasse qualcosa. Mi manca qualcosa, qualcosa di importante. Sono notti di insonnia, sono stanca ma il mio cervello non vuole rilassarsi, sono giorni di ansia. Ho bisogno di qualcuno che mi abbracci forte e mi dica: No, non è colpa tua! Che mi stringa e mi tenga fra le sue braccia e mi sussurri: Non ti preoccupare! Allora riuscirei ad addormentarmi.
Vi credere che sia facile contare solo sulle proprie forze. Ho solo queste mani e questa testa. Nessuno mi ha mai r
egalato niente, mai.... mi sono sempre gua
dagnata tutto con la fatica e i sacrifici.

Andando sempre in direzione ostinata e contraria...

Fabrizio DeAndrè » Quello che non ho «
Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.
Quello che non ho è di farla franca
quello che non ho è quel che non mi manca
quello che non ho sono le tue parole
per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole.
» Dolcenera «
acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti
âtru da camallâ [ Altro da mettersi in spalla ]
â nu n'à â nu n'à [ non ne ha non ne ha ]
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore
atru de rebellâ [ Altro da trascinare ]
â nu n'à â nu n'à [ non ne ha non ne ha ]
così fu quell'a
more dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare

Ora sono un po’ stanca, ho voglia di
FERMARMI,
piangere,
riposarmi un po’.
Perché sono sola e alle volte questa solitudine mi pesa, tanto.
Mi pesa tanto da non riuscire a dormire. Neanche stanotte.

Perché la vita corre troppo in fretta e noi non riusciamo a stargli dietro. E allora succede che non troviamo più niente che ci piace, più nient
e che si faccia risuonare. Non troviamo più bellezza neanche nelle piccole cose, nelle cose sempre uguali, di tutti i giorni che ci ancorano alla vita che ci fanno sentire appartenenza a qualcosa di più grande e misterioso, nelle nostre abitudini che ci regalano il fascino del vivere quotidiano. Le piccole cose contingenti, normali che tutte insieme creano il nostro vivere.

MA quella serenità nel vivere è difficile trovarla, quando non te la insegna la tua famiglia. Ho paura perché forse non la trovi da sola, te la deve dare qualcuno che ti ama.
In questo modo tu vivi e cresci spettinata
Sempre fuori posto, sempre alla ricerca di qualcosa, sempre alla ricerca di un equilibrio. Ti senti eternamente inadeguata, aggrovigliata co
me una matassa di lana che si attorciglia. Per scioglierla e fare il gomitolo è compito solo tuo e ci vuole molto tempo e pazienza.
Ci sono invece delle matasse ordinate che non vedono mai un nodo, mai un groviglio e filano lisce nel loro gomitolo senza intoppi. Sono matasse fortunate.

Ma quale maglione sarà il più bello? Il più prezioso, il più fitto? Il più Sostanzioso?

A discapito delle matasse fortunate senza nodi e intrecci, che hanno vita facile, certo... però sono persone insipide, piatte. Inespressive.

Perché la ricchezza del maglione sono le
difficoltà che hai trovato e che hai superato con fatica, il tuo impegno, la pazienza e la resistenza nel non abbatterti, il tempo che hai speso a piangerci sù, la voglia di finirlo e di farlo bene. Perché dentro il maglione, quella matassa di lana ricorderà le difficoltà vissute e farà tesoro di quello che ne ha assimilato. Questa è la nostra bellezza, questa è la nostra forza, di noi.... matasse ingarbugliate. Di cui nessuno mai parlerà, perché tessiamo i nostri maglioni in silenzio, appartate senza dirlo a nessuno.

Scusatemi, amici miei, ma non ho tanta voglia di ridere oggi. Sono spossata dalle tante notti insonni di questo periodo.
Ti prego, stingimi forte, e forte, ancora.
Dico sempre che nella vita ti accadono le cose che mai ti saresti aspettata. Io ora, che cosa mi aspetto? Ho un sogno grande e bello, ma che purtroppo non dipende solo da me. Perciò è difficilmente realizzabile.

Da bambina volevo fare la pugilessa.
Poi volevo fare la trapezista nel circo.


Certe volte mi pare che quella bambina che tirava pugni energici ad un sacco di stracci esista ancora, la sento quando mi infervoro per la protezione ambientale ignorata o le leggi della eco-sostenibilità calpestate, o la gente che non ha sensibilità ecologica.

Questa pugilessa in erba c’è ancora, mi ha lasciato la voglia e la volontà di mettermi sempre in gioco, il coraggio di iniziare tutto da capo, come quando un pugile si prende un gancio in faccia, non abbandona il ring ... si riprende fra un round e l’altro, e ci riprova, e questa volta prova a darle.....

Hilary Swank Maggie Million Dollar BabyHilary Swank Maggie Million Dollar Baby

Stasera, sarà la stanchezza, ma mi sembra di averne presi tanti di ganci in faccia. E di averne dato pochi.
Volevo fare la trapezista nel circo, ma non penso avrei avuto una grande carriera. Come altezza e corporatura andavo anche bene... ma non ho mai visto ginnaste con una quarta di seno. Sarei stata ridicola, come il rinoceronte in Fantasia che balla col tutù.

Oggi in bicicletta, ferma al semaforo, mentre appoggiavo il piede al marciapiede, pronta a scattare al verde, ho avuto la sensazione che quella bambina coraggiosa non è sparita. Quella brava equilibrista che vola appesa al trapezio è ancora in me e voglio portarla con me sempre. Perché volare nella vita è sempre utile, perché sapersi destreggiare con agilità è utile in un mondo pieno di machiavellici furbetti. Perché saper dosare con equilibrio la convivenza con se stessi e con gli altri è fondamentale, e saper stare in equilibrio è vitale anche perché non sempre hai la rete di protezione, sul trapezio come nella vota. Saper calcolare bene i tempi, saltare al momento giusto, saper aspettare, e dare tutta se stessa quando tocca a te: lo imparano i trapezisti che volano sopra la tua testa, ma lo devi imparare anche tu.





Mi hanno sempre affascinato i voli sul trapezio, quel gesto di tenere l’altalena con una mano e concentrarsi, perché è un lavoro che unisce l’atletica, la forza fisica, al senso del ritmo e alla scioltezza, è un gesto di equilibrio, è fiducia verso il prossimo che deve afferrarti, non solo di preparazione fisica.

Mi fido di te,
cosa sei disposta a perdere....
[ Mi fido di te di Jovanotti]
Foto da Million Dollar Baby - 2004 (Hilary Swank è Maggie)

domenica 3 settembre 2006

La Mostra

Pomeriggio con la mia nipotina di 4 anni. Vi trascrivo il dialogo fra me e lei:
-C’è la Mostra. Tu lo sai che cosa è la Mostra?
-No
-La Mostra è la moglie del Mostro...
-No! È l’orco
-Come la Mostra è sposata con l’Orco...
-Sì
-...e allora il Mostro con chi è sposato?
-Con la Strega!
-Bene!
IL GIORNO DOPO
-Accendiamo la tv, voglio vedere la Mostra.
-E ci sono anche l’Orco e il Mostro?
-Penso di sì. Guardiamo.
[ci sono due di Coming soon Television, spaparanzati sulle poltrone nella terrazza dell’hotel Excelsior a Venezia, mentre si lanciano nei loro sproloqui.... ]
-Eccoli, eccoli! Il mostro e l’orco insieme!!!
-Eccoli! Si assomigliano: sono proprio l’Orco e il Mostro.
-E la Mostra e la Strega.....dove sono?
-Non so... saranno andare al cinema.
-Ah! Andiamo fuori sull’altalena che questi due non mi piacciono...
-Neanche a me.
Stamattina mi sveglio e vedo all’orizzonte nell’orto... una montagna che ieri non c’era... una formazione orografica notturna

o sto ancora dormendo e sto sognando?

Mi avvicino ciabattando e stropicciandomi gli occhi. Qualcosa copre l’orizzonte abituale. Una montagna di merda. Una montagna di letame di stalla, quello con la paglia, vero e originale, direttamente da sotto gli zoccoli dei cavalli. Senza additivi e conservanti.
è Genuino, di ottima qualità, infatti non puzza,... nel bel mezzo dell’orto. Il mucchio sarà alto 3 metri e di diametro circa...

Mi blocco e sgrano gli occhi: Una montagna di merda! Pur essendo una “campagnola” in vita mia non ho mai visto un mucchio così grande!
Luciana Litizzetto una volta a Che tempo che fa ha detto: quando qualcuno mi è antipatico lo immagino mentre fa la cacca. E mi sento meglio.
Io invece oggi ho immaginato un po’ di persone sepolte sotto quella montagna fumante. Mi sembra di immaginarli: Un ciccione borioso che si fa largo fra la merda, una signora “tutte firme” che si toglie il sudiciume dai capelli appena tinti di rosso, mentre fa una smorfia elegante e nauseata.
Se il cumulo è alto 3 metri... ci stanno tante persone... TANTE!!!

sabato 2 settembre 2006

Il dono della sintesi

Il dono della sintesi
Si dice il dono della sintesi non invano!

venerdì 1 settembre 2006

Ridere di Alessandro Meluzzi

Alessandro Meluzzi:

....per poter ridere bisogna avere quello spazio mentale, di interstizio che c'è nel paradosso. Mentre qualsiasi animale piange, basta che provi dolore, abbandono, malinconia; ma per ridere bisogna vedere le cose e il loro contrario, e quindi c'è una attivazione che sia dal punto di vista psicologico che celebrare nolto più complesso, molto più complicato di quella che serve per piangere. E gli effetti del riso sono prodigiosi....
i comici non ridono mai loro.... questo gioco del paradosso che nel cervello si situa fra ippocampo, insula, giro del cingolo, cioè memoria, identificazione dell'altro, rottura, paradossale, para-dox, aldilà dell'opinione è il meccanismo misterioso del riso. é chiaro che ridere non è una cosa qualsiasi, ridere è una cosa seria perchè succedono delle cose molto pesanti nel nostro cervello quando ridiamo, e favorevoli, favorevoli alla salute.